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La Cantata dei pastori
Con un attento studio della tradizione popolare e un'intelligente scelta di critiche e interpretazioni autorevoli, Roberto De Simone nel suo nuovo e prezioso lavoro ci fornisce una chiave di lettura della Cantata dei Pastori di Casimiro Ruggiero Ogone, rappresentata da piu di tre secoli nei teatri napoletani e contributo fondamentale al teatro partenopeo di tutti i tempi.
Il libro
Andata in scena per la prima volta nel 1698, La Cantata dei Pastori mescola elementi derivati dalle rappresentazioni sacre, dalle ecloghe pastorali e dalle farse partenopee in un pasticcio barocco di pastori in ciocie, cacciatori in velluto rubino, pescatori in raso azzurro, demoni caprigni e irsuti di sopraccigli e barbe, draghi su carrocci, vagabondi e persino maschere comiche sospese tra Arlecchino e Pulcinella che si muovono disinvolte fra Giuseppe, Maria e il biondo Arcangelo, parlando il dialetto napoletano a Betlemme. Nata con propositi educativi La Cantata racconta le congiure di Belfagor e del suo demoniaco seguito per scongiurare la nascita del Bambino, e quindi tutti i tentativi di uccidere Giuseppe e Maria sventati di volta in volta dall’Arcangelo e da Razzullo, uno scrivano partenopeo impegnato nel censimento ma smarritosi nelle campagne. La sua povera maschera attraversa l’intera cantata a stomaco vuoto e, cercando di riempirlo almeno una volta, del tutto involontariamente, è d’aiuto alla santa coppia e diviene infine uno dei piú degni di adorare il Figlio di Dio. Questo testo teatrale dagli accenti piú comici che mistici, interpretato nei secoli da dilettanti e attori famosi, è una dinamica mistione di sacro e profano. De Simone ci introduce alla lettura e la arricchisce con parti di tradizione viva, canti, illustrazioni, interviste a pupari, restituendoci cosí in tutta la sua ricchezza lo spirito dell’opera.