Pierfrancesco Pacoda

Hip Hop italiano

L’hip hop italiano è diventato in poco tempo – l’esordio è del 1990 – il primo esempio di musica adolescenziale capace di utilizzare con disinvoltura il famoso «messaggio» politico e insieme l’intrattenimento puro. Questo libro focalizza l’evoluzione di un suono a metà strada, appunto, tra la quotidianità italianissima del «muretto» e la consapevolezza dei centri sociali. Ecco allora l’approccio «politico» dei centri sociali e quello piú artistico dei ballerini di breakdance e dei graffitisti. Buona parte del libro è occupata da una ricostruzione delle avventure, anche personali, dei protagonisti di questo suono, con le loro esperienze regionali: il Salento del Sud Sound System, la Napoli di AlmaMegretta e dei 99 Posse, la Roma di Assalti Frontali e quella di Ice One e dei Colle der Fomento. Poi Varese, Torino, la Sicilia, la Sardegna, con le strofe dialettali e quelle urbane, come la Milano antagonista del LeonCavallo e dei Lion Horse Posse e quella piú edonista degli Articolo 31. Ci sono poi interviste ai personaggi-chiave, che siano produttori come il leggendario Franco Godi, il pubblicitario quasi sessantenne che ha «inventato» gli Articolo 31 e i Gemelli DiVersi, o protagonisti come il direttore di Aelle, divenuta da fanzine underground l’unica rivista italiana patinata di cultura hip hop con diffusione europea. Oppure, rappers come Frankie, Sud Sound System, Assalti Frontali, e inoltre dj, graffitisti, ballerini. Una terza sezione è antologica: i testi piu significativi dell’hip hop italiano, da Onda Rossa Posse a Frankie, Sud Sound System, Articolo 31…