Giulio Einaudi editore

L’arte del disegno

Gli impressionisti e i postimpressionisti
L’arte del disegno
Gli impressionisti e i postimpressionisti
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L'eminente storico dell'arte Christopher Lloyd esamina i disegni di venti tra i principali artisti impressionisti e postimpressionisti, mettendo in evidenza un aspetto poco esplorato dell'arte prodotta dalle avanguardie parigine, ma che ebbe un'immensa importanza per i successivi movimenti artistici.

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Con 224 illustrazioni a colori.

2020
Grandi Opere
pp. 288
€ 60,00
ISBN 9788806245283
Traduzione di

Il libro

Manet, Pissarro, Cézanne, Morisot, Seurat, Gauguin, Van Gogh… insieme ad altri illustri pittori del periodo realizzarono alcuni dei disegni piú belli della storia dell’arte. Questo libro inserisce l’uso di questa tecnica nel contesto artistico francese del tardo XIX secolo, spiegando perché tali opere rivestono un’importanza pari a quella dei dipinti nella rappresentazione della modernità. Nella Francia di fine Ottocento, mentre gli artisti d’avanguardia introducevano nelle loro opere scene di vita contemporanea, un nuovo approccio ai materiali e una maggiore possibilità di esporre nelle mostre conferirono un’inedita dignità al disegno. Per la prima volta, dipinti e disegni condividevano gli stessi principî stilistici, contrassegnati da spontaneità, maneggevolezza e una deliberata assenza di rifiniture. I pastelli di Degas, gli acquerelli di Cézanne, i disegni a penna e inchiostro di Van Gogh e le opere a tecnica mista di Toulouse-Lautrec potevano e dovevano essere considerati del tutto autonomamente, e ciò si dimostrò fondamentale per lo sviluppo dell’arte moderna.

«Gli artisti hanno ora a disposizione un ventaglio piú ampio di materiali che possono utilizzare in nuovi contesti e senza alcun obbligo di aderire a prassi consolidate. Ciò vale in particolare per i materiali piú teneri come il gessetto, il carboncino, la matita Conté, la matita litografica, il pastello, l’acquerello, la tempera e la gouache, ora tutti piú facilmente reperibili in forma sia naturale sia di produzione industriale. C’era anche una maggiore apertura mentale rispetto all’uso di strumenti piú tradizionali come la matita, la penna e i pennelli: Van Gogh, per esempio, amava le matite da falegname, le cannucce e le penne d’oca. C’era poi un piú grande desiderio di sperimentare, e molti disegni vengono eseguiti con tecniche miste la cui analisi può risultare estremamente complessa e che non escludono l’olio, normalmente riservato alla pittura. L’improvvisazione dà spazio a varie forme di manipolazione della superficie, che viene macchiata, sfumata, sollevata, modificata con cancellature, raschiata, bagnata o trattata con fissativi adottando alcune tecniche comuni alle incisioni. A seguito di questi sviluppi, linea e colore nell’arte d’avanguardia convergono a tal punto da rendere il disegno indistinguibile dalla pittura».

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