Giulio Einaudi editore

Marcello Fois «L’immensa distrazione»

«Ettore Manfredini, nonostante fosse appena morto, la mattina del 21 febbraio 2017 ebbe la netta sensazione di svegliarsi»

Marcello Fois

Con L’immensa distrazione, Marcello Fois torna al grande romanzo familiare, e dipinge un affresco potente e insieme intimo del Novecento italiano.

Il protagonista è Ettore Manfredini, che, appena morto, ripercorre la propria vita e quella della sua stirpe: un’epopea di miseria, riscatto, inganni e potere. Dalla provincia emiliana, tra mattatoi e industrie, si dispiega la storia di una famiglia che ha fondato la propria fortuna sulla carne e sulla menzogna, abbracciando le contraddizioni di un intero secolo.

La voce di Ettore è quella di un narratore onnisciente che rilegge le vite dei suoi, illuminando il legame fra storia personale e Storia collettiva. Fois ci consegna un romanzo maestoso sulla fragilità dell’eredità umana e sull’illusione della vita come un’immensa distrazione dal morire.

«A fare questo romanzo così speciale e intenso è il distacco. Da tutto. Inventandosi una morte, Fois ha trovato la prossimità al punto più caldo della vita umana».
Simonetta Sciandivasci, tuttolibri – La Stampa

«Una narrazione densa e concentrata, di impianto tradizionale, con alcuni personaggi memorabili, un ritmo stringente e una lingua sostenuta, comunicativa senza mai essere banale [...] Un’epica dell’esistenza raccontata da Fois senza nessun cedimento sentimentale, ed è forse questo il maggior pregio di un romanzo insolitamente darwiniano, privo di qualsiasi romanticismo».
Filippo La Porta, Robinson – la Repubblica

«Il romanzo pieno e vivo di Marcello Fois potrebbe apparire come una narrazione classica, un racconto a tratti epico e a tratti romantico e politico sul Novecento italiano, in realtà tutto ciò si scioglie subito di fronte ad un fatto fantastico, una magia che sembra avere le sue radici proprio nella cultura agreste millenaria nella quale i cicli della vita s’intrecciano con quelli della terra e degli animali […] L’immensa distrazione è la storia profonda di un padre, prima ancora che di una famiglia. Ettore è un padre del Novecento, di quelli che hanno lasciato solo figli e nipoti, ma nessuna eredità. E nessuna possibilità, per figli e nipoti, di essere a loro volta padri con quella stessa ambizione e quell’eroismo».
Giacomo Giossi, Il Foglio

«Senza attribuirgli la prima persona del racconto, Fois trasforma Ettore nel “narratore onnisciente sia della propria vita, sia di quella degli altri” e mette in scena la Storia passandola al setaccio delle storie personali. La sostanzia in oggetti, simboli, sapori, rumori, carni, in parole che non hanno alcun significato “se non erano comprese dal corpo prima che dalla testa”. La scrittura lavorata con il cesello, dal respiro epico, lontana da ogni forma di sperimentalismo, asseconda questa scelta con il diffuso ricorso a metafore e analogie, descrizioni plastiche, digressioni introspettive, a tessere un arazzo dalla trama sottile in cui lo sguardo del lettore può passare felicemente dal dettaglio al quadro completo e poi ancora al dettaglio».
Cristina Taglietti, Corriere della Sera

«Fois torna con un romanzo che esplora i temi del bene e del male, e del senso di una vita che si riesce a intravedere, paradossalmente, soltanto quando si arriva al punto di non ritorno. Perché l’immensa distrazione del titolo, in definitiva, è proprio la vita».
Riccardo De Palo, «Il Messaggero»

«Sceglie il passo calmo e profondo del narratore dell’Ottocento, Marcello Fois, per il suo nuovo romanzo […] Una storia padana, di un Fois ormai bolognese quanto sardo, che conosce la pianura e le sue luci sciroppose, opache, umide e dense. Un romanzo malinconico, perché la “concentrazione furiosa che è morire” la conosceremo tutti, lo sappiamo, e un po' l’abbiamo anche già sperimentata ogni volta che qualcuno che amavamo se ne è andato».
Caterina Bonvicni, L’Espresso

«I percorsi del romanzo sono molteplici e coinvolgono numerosi coprotagonisti e periodi storici, dalla Grande Guerra al Fascismo agli anni Settanta delle Brigate Rosse, con presenze femminili di rilievo e il filo conduttore dei “meccanismi terribili che costituivano il motore della famiglia” Manfredini. Soprattutto la capacità di essere dentro e fuori della Storia, di approfittare dei vantaggi e macinare le disgrazie, corazzati dalla straordinaria “distrazione nella contemplazione di sé”».
Gino Ruozzi, Domenica – Il Sole 24 Ore

Il libro
  • Marcello Fois

    L’immensa distrazione

    2025
    È un'alba uguale a tutte le altre, soltanto un po' piú lunga, quella in cui Ettore Manfredini si sveglia appena morto nella casa accanto al macello che è stato il centro della sua vita e di cui conosce ogni lamento, ogni cigolio. Nato troppo povero...