Giulio Einaudi editore

Alcide Pierantozzi Lo sbilico

Il diario di bordo di una mente smarrita che sempre, sempre, prova a salvarsi

Alcide Pierantozzi

Cosa accade quando la realtà si smaglia, e lascia entrare l'allucinazione? Quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? Quando l'unico modo che hai per stare al mondo è vivere su un precipizio, nello «sbilico» delle cose?

Alcide Pierantozzi si è immerso in quel precipizio, e ne è uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, da dentro, un male che è di molti.

Lo sbilico è una storia di una potenza disarmante, «un capolavoro» secondo Teresa Ciabatti che, nelle pagine de La Lettura, sottolinea come Pierantozzi «con una scrittura magnifica, consegna un romanzo purissimo che non è solo storia personale ma testimonianza di presente. Quanti ragazzi ci sono nell’Alcide Pierantozzi del libro».

È, davvero, la voce di chi non si è riconosciuto nel proprio riflesso allo specchio. E che, tuttavia, non smette mai di provarci.

Le voci della critica sono unanimi nel riconoscere allo scrittore un gesto letterario dirompente, una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all’ultima parola… È «Lo “smack della pazzia” che produce grande letteratura. L’ho finito da giorni e Lo sbilico di Alcide Pierantozzi non mi lascia in pace” (Donatella Di Pietrantonio, link).

Il valore del libro comincia a emergere anche all’estero, tanto che sarà tradotto in inglese da Fitzcarraldo (che ne detiene i diritti mondiali) e in francese da Gallimard.

Pierantozzi parla del suo libro su IG

«Uno di quei libri che folgorano certe epoche come certe epoche hanno bisogno di folgorazione. Lo sbilico di Alcide Pierantozzi fa questo. Rendendo umani gli umani. E rendendo la lingua italiana la lingua italiana».
Marco Missiroli

«Lo sbilico comincia e finisce nel nome della madre; la madre ha un tumore, il figlio che scrive in prima persona è omosessuale – l’equazione che viene subito in mente è: romanzo patetico, intimista. E invece no. Intanto perché il libro è pieno di forza proiettiva a vari livelli, come vedremo, poi perché è un libro che non chiede compassione, mai; infine, perché l’omosessualità vi ha una parte decisamente marginale […] Lo sgozzamento del coniglio è memorabile, come il pastone di gesso e sale fatto mangiare ai topi così che poi, bevendo, si cementificassero dall’interno... L’energia linguistica è pari alla precisione descrittiva».
Walter Siti, «Domani», link

«Lo scrittore germogliato da quell’evento, da quella quasi divina aspersione, rifiuta però l’idea della scrittura come salvezza. Sarebbe una romanticheria che si trova solo fuori dai tracciati della vera letteratura. E qui per fortuna si gioca a un altro gioco, qui le parole servono a sbrinare le immagini congelate dei cliché. Ecco. Leggere Lo sbilico significa proprio questo: perdere per qualche ora il bilanciamento, l’armonia apparente della natura, la statica del vivere.
Andrea Pomella, «doppiozero», link

«Nessuno, nessuna, usa l’italiano così».
Vincenzo Latronico

«C’è un libro che non somiglia a nessun altro. Un romanzo che risveglia parole, raffina emozioni, soffoca e fa sorridere, urtica e consola. E attira dentro il racconto in presa diretta di una realtà che via via si smaglia, si lacera, si disfa. Lo sbilico di Alcide Pierantozzi è un romanzo potente e indimenticabile».
Sabina Minardi, «L’Espresso»

«La forza del racconto non è nell’ormai ammuffito ‘viaggio dell’eroe’, ma nelle visioni e allucinazioni che lo accompagnano durante la guerra passiva contro il proprio inferno personale che si trova lì, tra Abruzzo e Marche. Lo sbilico è un grande romanzo di deformazione».
Antonio Iovane, «il venerdì – la Repubblica»

«Fra blister, sostanze, pasticche, referti e visite di controllo, dentro un’infinità di sintomi e reazioni, chi legge è gettato nel cannibalismo della psiche umana, scaraventato nella sua fornace annullante, messo faccia a faccia con la supremazia della mente».
Angela Bubba, «Rivista Studio», link

Il libro
  • Alcide Pierantozzi

    Lo sbilico

    2025
    Alcide ha quarant'anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed è considerato «un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall'eloquio fluido». È un essere umano «difettoso» tra i tanti, ma i suoi difetti stanno...