Giulio Einaudi editore

Io viaggio da sola

Istruzioni per un corretto uso di valigie, solitudine e buonumore
Copertina del libro Io viaggio da sola di Maria Perosino
Io viaggio da sola
Istruzioni per un corretto uso di valigie, solitudine e buonumore
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«Viaggiare da sole non significa affatto essere sole. Significa che vi dovete arrangiare a portare la valigia».

Maria Perosino, Io viaggio da sola

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La solitudine non è uno stato d'animo: è banalmente uno stato di famiglia, magari temporaneo, da maneggiare con cura e allegria.

2012
eBook
pp. 160
€ 6,99
ISBN 9788858406212

Il libro

Questa è la storia di una donna la cui vita ha sterzato all’improvviso. Ma è anche molto altro. Un kit di sopravvivenza per cavarsela da sole, tra alberghi, treni, piazze deserte, amici, amori e agguati di malinconia. Una guida gioiosa, eccentrica, ricca di consigli pratici ed esistenziali: da come infilare l’intera vita in valigia a come gustarsi una città acchiappando i piaceri, le emozioni, l’altrove e se stessi.
Un libro che fa bene al cuore, al cervello e a numerosi altri organi, perché mescola con naturalezza intelligenza e ironia.

Queste pagine sfuggono a una semplice definizione: sono un corso di autostima, un racconto divertente, un diario involontario, un manuale intemperante. Soprattutto sono vive, effervescenti, e fanno meglio – molto meglio – di una seduta dall’analista. Fanno quello che farebbe una cara amica. Se sei giú, ti fanno venire voglia di metterti in ghingheri e uscire. Se sei incline a guardarti l’ombelico, ti fanno venire il sospetto che là fuori, in mezzo alla gente e alle cose che ancora non conosci, si giochi una parte importante della partita.
Viaggiare da sole significa buttarsi con curiosità nei luoghi in cui capita di trovarsi per scelta, per lavoro, per fuga. Significa cambiare valigia («è il trolley l’invenzione che piú di ogni altra, pillola anticoncezionale inclusa, ha contribuito alla liberazione delle donne»); scegliere l’albergo giusto, mangiare a un tavolo per uno senza sentirsi tristi. Anche da sole si può prendere un aperitivo sulla terrazza di un bar di Istanbul guardando il Bosforo. E dirsi che, certo, per mangiare le ostriche sarebbe meglio essere in due, ma in fondo la scelta peggiore è non mangiarle affatto. E a poco a poco, grazie alla forza dei pensieri e della scrittura, le pagine di questo libro trasmettono un’energia davvero contagiosa, ti spingono a partire anche da fermo, preoccupandoti di aprire delle porte e non di chiudere casa.

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