Giulio Einaudi editore

«La cronaca dell'anno è un lugubre bollettino di scontri, il rapido dissolversi delle ultime illusioni rivoluzionarie dentro l'acido muriatico del rancore e degli odi. Una parabola etico-politica che contiene ancora oggi insegnamenti per tutti (radicali e riformisti, ex comunisti e moderati, cattolici e laici) su quello che si deve e soprattutto non si deve fare. Alla fine, l'anno che creò tante utopie si rivelerà come la morte della politica. L'ultima volta che la sinistra tutta, dal Pci a quella radicale, si ritroverà insieme, come in un ultimo ritratto di famiglia. Prima di implodere davanti alla forza delle armi».

2007
Gli struzzi
pp. 166
€ 14,50
ISBN 9788806186234

Il libro

Lucia Annunziata ci restituisce le atmosfere e i protagonisti del 1977 – spesso gli stessi protagonisti dell’Italia di oggi immortalati nella loro giovinezza – intrecciando ricordo privato e indagine storico-giornalistica intorno a uno dei passaggi fondamentali della nostra storia recente. Perché nel 1977 l’Italia esplode in migliaia di piccoli e grandi scontri di piazza, drammi privati e collettivi, scaramucce politiche e intellettuali. Scivolando in un caos sempre più cupo e violento, che avvolge il paese in una cappa da cui nessuno riesce a sottrarsi. Mentre la sinistra si frantuma in mondi conflittuali, la persecuzione prende il posto della politica, i padri vengono ripudiati e uccisi. È l’anno in cui inizia a morire la Repubblica nata dalla Resistenza. Lo spartiacque dopo il quale l’Italia non sarebbe più stata la stessa.

«Fiatone, sirene lontane, pioggia, il rumore ritmico di tanti piedi sul selciato romano. Più che camminare siamo spinti in avanti, ma il punto da cui nasce questa spinta non è chiaro. D’impeto sbuchiamo a Piazza del Popolo. Vuota, lucida d’acqua, senza una macchina, mai vista prima. A metà la massa scura della polizia, scudi trasparenti, la prima fila è in ginocchio, con i fucili puntati. Istanti. Il corteo non sa cosa ci sia davanti e continua a premere. Lo spazio diminuisce. Un urlo rompe le esitazioni: “Cossiga prenditelo in culo” e le fiamme di una molotov fanno alzare il primo muro di fuoco contro i fucili dei celerini”».

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