Giulio Einaudi editore

Il pappagallo di Flaubert

Il pappagallo di Flaubert
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In viaggio nella Normandia del suo beniamino Flaubert, il dottor Braithwaite s'imbatte in un pappagallo impagliato che avrebbe ispirato la stesura di Un coeur simple. Braithwaite si lancia alla ricerca della verità: sull'autenticità dell'esemplare, sulla biografia dell'«amico» Gustave, il formaggio francese, il rapporto fra vita e arte, l'importanza del treno, il mistero coniugale. A ogni nuovo tassello la verità si allontana, e affiora al suo posto un segreto più semplice e dolente.
A trent'anni dalla prima uscita, una nuova traduzione di Susanna Basso del capolavoro che ha dato il benvenuto a Julian Barnes fra i grandi della letteratura.

2014
eBook
pp. 232
€ 7,99
ISBN 9788858416792
Traduzione di

Il libro

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La «pura e semplice storia» di questo romanzo è quella di un vedovo, Geoffrey Braithwaite, medico inglese, in viaggio nei luoghi del suo autore di culto: Gustave Flaubert. Una sorta di pellegrinaggio fisico, ma soprattutto intellettuale alla ricerca di un frammento di verità possibile sulla vita, gli amori, gli amici, i vizi, le meschinità e la grandezza dell’impareggiabile maestro francese.
Ma può mai essere pura una storia, e può forse essere semplice? A complicare ogni vita e perfino ogni biografia, vale a dire il preteso riassunto oggettivo di un’esistenza è la miriade di dettagli, il moltiplicarsi degli sguardi, l’affievolirsi e la costante fallacia della memoria. E il caso che, nella modesta avventura di Braithwaite, si presenta sotto forma di un pappagallo impagliato custodito nel museo di Rouen, forse proprio lo stesso esemplare che accompagnò la stesura di Un coeur simple. Forse proprio Loulou, che la morente Félicité trasforma, nell’ultima pagina del racconto, in una visione mistica, salvifica, struggente e grottesca dello Spirito Santo. Ridimensionando fino al ridicolo le proprie ambizioni, e costeggiando da presso il confine del maniacale, Braithwaite si mette perciò sulle tracce del «pappagallo di Flaubert», avanzo impagliato di una verità inattingibile. Frattanto lo scintillante tesoro di splendori e miserie di Gustave Flaubert è offerto al lettore in una varietà di generi e stili, dalla cronologia – le cronologie anzi, perché nemmeno le date recano qui la consolazione dell’univocità, per triplicarsi in possibili punti di osservazione – al bestiario, dai quesiti d’esame al saggio critico, dalle opere realizzate a quelle potenziali. Procede cosí l’inutile assedio del segreto essenziale al cuore del romanzo mentre, pagina dopo pagina, magistralmente, Barnes ci intrattiene con l’antico espediente del rinvio narrativo. Soltanto alla fine infatti affiorerà, ambigua e dolente, la pura e semplice storia di Braithwaite, intrecciata, nella sua dimessa eccezionalità, con le grandi invenzioni della letteratura.

Susanna Basso

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«Un gioiello. Un romanzo di spudorata raffinatezza che non ha paura di essere anche leggibile e spassoso. Chapeau».
John Irving

«Il pappagallo di Flaubert si può leggere come un “romanzo in incognito” ed è in questa veste il più insolito esempio che mi sia capitato da Fuoco pallido di Nabokov, oppure come la biografia critica di un autore del passato, e rivaleggia allora con la fantasiosa stravaganza che il genio russo impiegò nel suo Nikolai Gogol».
John Updike