Giulio Einaudi editore

Il costo della vita

Storia di una tragedia operaia
Il costo della vita
Storia di una tragedia operaia
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Nei cantieri Mecnavi di Ravenna, il 13 marzo 1987, tredici operai morirono asfissiati nelle stive di una nave, la Elisabetta Montanari.
Questo libro rende omaggio alle vittime nel modo piú forte e piú naturale: raccontandone la storia. Per restituire una vita agli uomini che l'hanno persa, si devono descrivere i loro bisogni e le loro speranze, anche col rischio di scoprire che soltanto la disperazione li spingeva ad accettare un lavoro cosí disumano.
Con uno sguardo lucido e mai rassegnato, Angelo Ferracuti ricostruisce una vicenda che ventisei anni fa annunciava l'avvento di una nuova, nefasta idea del mondo: quella del liberismo sfrenato, in cui l'imperativo del profitto diventa assoluto, e la vita umana un valore marginale.

Accompagna il volume un viaggio per immagini di Mario Dondero.

2013
Frontiere
pp. 224
€ 19,00
ISBN 9788806211059

Il libro

Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987. Mentre alcuni operai stanno ripulendo le stive della Elisabetta Montanari, nave adibita al trasporto di gpl, e altri colleghi tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio. Le fiamme si propagano con una rapidità inarrestabile. È la tragedia. Tredici uomini muoiono asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico.
I tredici uomini erano tutti picchettini, e si chiamavano Filippo Argnani, che all’epoca aveva quarant’anni, Marcello Cacciatori, che di anni ne aveva ventitre, Alessandro Centioni, ventuno, Gianni Cortini, diciannove, Massimo Foschi, ventisei, Marco Gaudenzi, diciotto, Domenico Lapolla, venticinque, Mohamed Mosad, trentasei, Vincenzo Padua, sessant’anni, che stava per andare in pensione e si trovava lí per puro caso chiamato all’ultimo momento per una sostituzione. Vincenzo era l’unico operaio veramente in regola assunto dalla Mecnavi. E ancora: Onofrio Piegari, ventinove anni, Massimo Romeo, ventiquattro, Antonio Sansovini, ventinove, e infine Paolo Seconi, ventiquattro.
Tredici lavoratori morti come topi, come tredici era il giorno di quel mese, tutti asfissiati nel ventre della balena metallica. «Non credevo che esistessero ancora simili condizioni di lavoro, a Ravenna, alle soglie del Duemila», disse il procuratore capo della Repubblica Aldo Ricciuti che svolse le indagini. La tragedia poteva essere evitata? La giustizia ha poi «ripagato» le vittime e i famigliari? Ognuno dei tredici operai, quel giorno maledetto ha lasciato una famiglia, amici, affetti, ricordi. Ventisei anni dopo, Angelo Ferracuti si fa carico di ciascuna di queste storie e di queste vite interrotte. Decide di andare sul luogo della tragedia e di parlare con i protagonisti: i vigili del fuoco che estrassero i cadaveri, i medici del 118, gli infermieri, gli operai sopravvissuti, i famigliari delle vittime, i sindacalisti, gli imprenditori, il cardinale Ersilio Tonini che pronunciò l’omelia in cui paragonò i picchettini a topi che strisciavano nel ventre delle navi e che lí rimasero intrappolati. Giorno dopo giorno, Ferracuti ascolta e raccoglie le voci di chi quel 13 marzo c’era, ne attraversa i ricordi, il dolore, la rabbia. Rivive i luoghi, entra piano piano, delicatamente e con partecipazione, nelle vite dei tredici operai e nel loro mondo per cercare di avvicinarsi al peso feroce della tragedia. Una tragedia dopo la quale la vita e i pensieri di chi è rimasto coinvolto semplicemente cambiano e niente sarà piú come prima.