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La nuovissima poesia russa
Quarant'anni dopo i Nuovi poeti sovietici di Ripellino.
Il libro
Se con «nuova poesia russa» si intende la generazione poetica successiva a Iosif Brodskij, con questa raccolta si esamina invece la trasformazione della poesia russa dopo il crollo dell’Urss, e soprattutto dopo l’avvento di nuovi strumenti di comunicazione, internet in primo luogo, che ne hanno stravolto la gerarchia e la geografia. Per questo il volume presta attenzione non son soltanto alle «due capitali», ma anche alle scuole «provinciali», in particolare quelle degli Urali e di Fergana, in Asia centrale, prendendo in considerazione le voci più recenti. Come scrive Mauro Martini nell’introduzione: «Non si comprendono appieno gli anni Novanta e la poesia contemporanea in Russia, con la loro ritrazione del soggetto e con la loro rinuncia alla funzione messianica del verso, all’ingombrante ruolo di “vate” per il poeta, se non si risale alla frattura degli anni Ottanta, a quel movimento periferico che è riuscito a far proprio quanto di meglio l’espressione poetica, nel senso più lato del termine, aveva fino a quel momento prodotto in Occidente. E di autentica frattura si tratta, dal momento che la linea evolutiva delle capitali riafferma invece nel medesimo frangente la centralità e la potenza del soggetto poetico».