Giulio Einaudi editore

I Greci. Storia Cultura Arte Società. 3. I Greci oltre la Grecia

I Greci oltre la Grecia
Copertina del libro I Greci. Storia Cultura Arte Società. 3. I Greci oltre la Grecia di VV.
I Greci. Storia Cultura Arte Società. 3. I Greci oltre la Grecia
I Greci oltre la Grecia
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«La cultura europea è tanto profondamente intrisa di quella greca che non possiamo conoscere noi stessi se non riflettiamo sui Greci».

Salvatore Settis



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Progetto e direzione dell'opera: Salvatore Settis, Carmine Ampolo, David Asheri, Paolo Desideri, François Hartog, Diego Lanza, Geoffrey Lloyd, Paul Zanker, con la collaborazione di Maria Luisa Catoni.

2001
Grandi Opere
pp. XL - 1550
€ 110,00
ISBN 9788806152048
Contributi di

Il libro

Due citazioni da Omero. La prima: Hayao Miyazaki, fra i piú grandi autori giapponesi di manga e anime (fumetti e cartoni animati) , in quella che è forse la sua opera piú vasta e impegnativa (sette volumi nell’edizione italiana, 2000), racconta di un mondo post-tecnologico dove un’umanità respinta al margine dalla natura ostile e massicciamente inquinata cerca di sopravvivere, fra violenze tribali e scontri coi mostri che essa stessa ha creato. Una giovane principessa candida e non-violenta, in intima sintonia con la natura, porta il mondo alla salvazione: il suo nome (che dà il titolo alla serie) è Nausicaa. Seconda citazione: subito dopo le stragi dell’11 settembre 2001 a New York e Washington, il primo commento del mullah Muhammad Omar, capo dei taliban afghani, paragonava l’America a Polifemo, «un gigante accecato da un nemico a cui non sa dare un nome», da un Nessuno. L’arcinemico della cultura occidentale, l’iconofobo distruttore dei colossali Buddha di Bamiyan, si presentava dunque al mondo come un lettore dell’Odissea; e insieme attribuiva agli autori degli attentati l’astuzia di Odisseo. Citazioni profondamente (in un caso: dolorosamente) sconcertanti, e per almeno due ragioni. Prima di tutto perche ci vengono da fonti inaspettate, da fuori quella civiltà «occidentale» che secondo la piú comune retorica ha nei Greci le sue radici comuni. Ma anche perché, prelevando dal compatto tessuto della narrazione omerica i nomi e l’ethos di Nausicaa, di Polifemo e di Odisseo per trapiantarli in ambiti cosí diversi e cosí lontani, esse sembrano ricalcare puntualmente la norma implicita intanto citazionismo post-moderno, la segmentazione dell’antico in unità minime decontestualizzate e riusabili, sconnessi frammenti da rimontare ad arbitrio per innestarli altrove. Tanto piú pronti al riuso, anzi, quanto piú esso sia gratuito, senza implicare affatto quello statuto paradigmatico dell’antichità «classica» che per secoli ne ha assicurato nella tradizione europea la conoscenza e lo studio. Ma è davvero cosí? Omero è davvero piú «nostro» che dei Giapponesi o dei musulmani? Non dovremo sbalordire, piuttosto, per quanto quelle citazioni che vengono da cosí lontano sanno essere intense, appropriate, efficaci? O forse citazioni come queste (e sarebbe facile allungarne la lista) appartengono ormai a un assai piú vasto orizzonte «globale», nel quale l’antichità greca debba avere un suo piccolo posto in mezzo a tante altre antichità, indiane cinesi maya, tutte egualmente legittimate come altrettanti, equivalenti serbatoi di nomi, aneddoti, «storie», citazioni, curiosità?

dalla Premessa di Salvatore Settis

Leggi le schede-libro dei volumi precedenti.

I Greci 1

I Greci 2.I

I Greci 2.II

I Greci 2.III

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